lunedì, ottobre 15, 2007

Storie della Laguna e di Venezia


Un 2 di novembre a Chioggia

Per la storia di oggi ci spostiamo decisamente nella propaggine più meridionale della laguna veneta: Chioggia, un piccolo paese di pescatori.

Era un 2 novembre di tanti anni fa e stava albeggiando. Il cielo si schiariva progressivamente di quella luce pallida che colorano il principiar del giorno nei mesi di metà autunno. Un pescatore stava andando alla sua barca per sistemare il pesce da vendere al mercato. Era sereno: la notte di Ognissanti e quella dei Morti eran passate, e con loro le tetre inquietudini e i lugubri racconti che vi si narravano.


Camminava di buona lena per le calli di Chioggia, quando il suo andare fu interrotto da un singhiozzare sommesso. Corrucciò la fronte e si mise in ascolto, fermandosi, per esser certo di quel che udiva. Sì! Qualcuno piangeva. Voltò, quindi, l`angolo per accertarsi di chi fosse costui e trovò, davanti al capitello della Madonna, un bimbo sconosciuto in paese, un bimbo che il pescatore non aveva mai visto. Il piccolo stava piangendo davanti al capitello votivo.

Il pescatore si fermò, lo guardò e con voce pietosa domandò: "Che hai bambino, perchè piangi?" Il Bimbo non rispose e continuò a singhiozzare. "Vuoi che ti accompagno a casa dalla mamma?" chiese allora il buon pescatore. Di nuovo il bimbo non rispose, ma si asciugò gli occhi eallungo la mano a prender quella che il pescatore gli offriva. In silenzio, poi, si diresse con lui verso il ponte di Vigo.

Quando furono sul ponte, mentre camminavano, il pescatore avvertì la stretta del bambino farsi sempre più forte, che quasi gli faceva male la mano. "Hey bambino..che fai?" Nessuna risposta, le strade erano ancora deserte e la manina del bimbo si serrava sempre più stretta fino a far veramente male. Il pescatore guardò allora il bambino, che, con forza quasi sovrumana, lo stava trascinando giù dal ponte e giù per quegli scalini che, a margine delle fondamenta, consentono una più agile discesa alle barche. Il bambino aveva gli occhi quasi del tutto bianchi, uno sguardo che faceva rabbrividire il pescatore, mentre continuava ad esser trascinato verso l`acqua.

Già l`acqua, discendendo gli scalini viscidi di alghe, arrivava alle caviglie dell`uomo, che cercava d`indietreggiare e di liberarsi inutilmente da quella stretta poderosa e da quella forza, impensabile in un bimbo, che lo strascinava giù; quando, da una chiesa vicina, si udirono suonar le campane della prima messa.

La mano del bimbo si slacciò allora da quella del pescatore. Il piccolo volse allora i suoi occhi di spirito sul povero malcapitato e con voce sepolcrale gli disse: "Anima vivente, sei stato fortunato: se non fossero suonate le campane, l`acqua della laguna sarebbe stata la tua tomba." Fu allora che il pescatore, fissando drittamente quegli occhi ed udendo quella voce d`oltretomba, realizzò di trovarsi al cospetto di un`anima del Purgatorio, indietreggiò di pochi passi, fin a ritornare sulla fondamenta e lì, per lo sgomento, svenne.

Si riprese soccorso da alcuni passanti che, andando alla Santa messa, lo videro svenuto nel mezzo della fondamenta, e a loro narrò la sua trista avventura.
Da quella volta, però, si guardò bene dall`andar a lavorare nel giorno dei morti, preferendo rimaner a casa a pregar per i defunti.

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