domenica, ottobre 21, 2007

Leggende della Laguna





El Gato de Ciòsa











Da sempre la borghesia e la nobiltà (sebbene decaduta)veneziana, un po’ con la puzza sotto il naso, hanno la tendenza a trattare dall’alto in basso i poveri cristi che non hanno ascendenze cittadine, sottointeso veneziane. Particolari sfottò sono stati riservati, durante gli anni, agli abitanti di Chioggia, città lagunare che una rivalità lunga secoli oppone a Venezia.



Il più famoso è quello relativo al “gato de Ciosa” (gatto di Chioggia), come viene ancora chiamato il piccolo leone marciano posto sulla colonna proprio in riva alla laguna, nella Piazza Vigo, al quale questi perdigiorno veneziani portavano, per dileggio, le lische di pesce per poi scappare in velocità, con le barche sulle quali erano arrivati, inseguiti da arrabbiati chioggiotti.

Leone in attesa


In realtà la storia del Gato de Ciòsa è un poco contesa, esistono almeno due versioni (una veneziana e una chioggiotta, ovviamente) sull'origine del micio. Secondo la versione chioggiotta, infatti, la cittadina del sud della laguna era da sempre in contesa con Venezia, ma come in tutte le città venete dominate dalla Serenissima non poteva mancare l'emblema della Repubblica: il leone. Solo che i chioggiotti, in scherno ai dominatori, realizzarono la statua con le sembianze di un gatto: el gato de Ciòsa domina ancora oggi a Vigo, alla fine di Corso del Popolo, dove ci si può imbarcare per la lunghissima Isola di Pellestrina. Nonostante ciò è poco salutare farsi sentir da un chioggiotto chiamar "Gatto" il loro leone...



I Veneziani, giustamente, raccontano un'altra storia.



Si narra, infatti, che un giorno un gatto veneziano, stanco di subire le angherie dei leoni alati di San Marco, scappasse a Chioggia inseguito da quattro di quei leoni. Il gatto fuggì fino ad arrampicarsi nell'unico luogo in cui potesse esser salvo: la colonna in piazza Vigo. Infatti la colonna era così alta ed il capitello in cima così piccino, che i leoni non riuscivano a raggiungerlo per agguantarlo, nonostante le ali.Fu così che i leoni si sedettero al limitar del ponte Vigo, aspettando che il gatto scendesse. Tanto attesero che perdettero le ali e si fecero di pietra, come ancor oggi si può ben vedere.

1 commento:

Sergio ha detto...

Io conosco un'altra versione. La terza.

I chioggiotti decisero di avere anche loro una scultura con il simbolo dello Stato. Dovevano, quindi, scegliere lo scultore al quale affidare il lavoro e, poiché non volevano spendere troppo, ne scelsero uno che costava poco.
Il fatto è che costava poco perché non valeva molto, e quando iniziò il lavoro cominciando ad intaccare un grosso masso di pietra d'Istria, a lavoro ultimato, i committenti si resero conto che il manufatto non somigliava affatto ad un bel leone. Allora lo scultore cercò di rimediare rifacendo il lavoro sulla stessa pietra. Ma il "leone" si rimpicciolì e anche questo non aveva i lineamenti del leone. E così andò avanti per un po' di volte finché i chioggiotti si accontentarono del piccolo leone che assomigliava, anche per la sua "ristrettezza", al felino domestico.