sabato, ottobre 06, 2007

Storie della laguna e di Venezia





Mai pescare in certe notti

La Laguna Sud è, da sempre, un luogo in cui s`incontrano nei loro bragozzi i pescatori di venzia e quelli di Chioggia. Ogni giorno, all`imbrunire, da secoli, i pescatori escono a sfidare le onde in cui il sale si mescola all`alcqua dolce, per portare un po` di pesce a riva, per l`alba del giorno a seguire... Tutti i giorni e tutte le notti, là, tra le valli da pesca ed i casoni (piccoli capanni di canne dispersi nelle piccole zolle di terra dimentacata che emergono sporadici tra le acque lagunari)...



...Tutti i giorni e tutte le notti... tranne DUE...



Non si troverà, infatti, in tutta Venezia o in tutta Chioggia un solo pescatore disposto ad uscire a pescare nella notte di Ognissanti o in quella dei Morti.Se altrove, nel mondo, la notte tra il 31 di ottobre ed il primo di novembre è notte dedicata alla festa per esorcizzare le paure degli uomini, nella laguna è usanza stare ben chiusi in casa, con la propria famiglia, se ci si tiene alla barca e alla vita.



Sibili, rumori, voci, urla, sussurri: le acque della laguna, durante la notte degli spiriti, si animano di ombre misteriose, inquiete presenze e, qualcuno dice, lugubri processioni di lumini a pelo d`acqua.




Quella sera di Ognissanti, di almeno due secoli fa, c`era una fitta nebbia che appesantiva l`aria delle valli, come una grigia coperta posatasi in reve silenzio sopra le acque pescose. Erano due fratelli e se ne infischiavano delle leggende di fantasmi, di demoni e di diavoli: decisero di uscire in laguna a calare i cogòi, le tipiche reti ad imbuti.Calate le reti andarono a ripararsi presso il casòn d`un loro amicio ed ivi, si sedettero tranquilli ad attendere, ed accesero le loro pipe...



All`improvviso, nonostante la nebbia, sentirono dei tuoni rombare nella notte e, subito dopo, uno scroscio di pioggia violento. "Bene! -disse ottimista uno dei due- chissà quanto pesce prenderemo!"Così attesero un`oretta ed uscirono alla pioggia. Salirono in barca e andarono a controllare le loro reti. Con grande meraviglia le scoprirono completamente vuote; pensarono d`aver agito con far precipitoso e se ne tornarno al casòn.



Erano talmente fradici che si tolsero i giacconi e si avvicinarono al fuoco per riscaldarsi.Uscirono di nuovo a notte inoltrata e tornarono nella barca a controllar i cogòi. Ancora nulla, dentro le loro reti neppure un piccolo gambero. Uno dei due allora fu colto dal sospetto: "Sai cosa penso? Che non stiamo pescando nulla perchè è la notte dei santi..." L`altro fratello rise beffardamente.



Tornarono dunque a scaldarsi al casòn quando, ad un tratto, da sotto la porta filtrò una strana luce vibrante. Uno dei due andò a guardare e tra gli interstizi delle canne, di cui era composta la porta, vide due torce accese nel buio. Si fece coraggio ed aprì la porta... Dietro le due torce non v`era altro che un`ombra enorme di cui i fuochi parevan esser gli occhi brucianti...



Si narra che i due fratelli tentarono la fuga, ma l`indomani mattina furon trovati morti sulla soglia del casòn, agghiacciati e rigidi, con gli occhi sbarrati. La punizione per esser usciti a pescare la notte dei Santi.

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