giovedì, settembre 27, 2007

Misteri e Storie della Laguna





Un`anima venduta



Si dice che la storia prese il suo corso tra la fine del 1800 e l`inizio del 1900, quando i traghetti, a Venezia, non erano a motore, ma ancora governati da infaticabili uomini.
Costui, il cui nome è andato perso attraverso lo scorrere del tempo, non era più giovane ed oramai gli sembravano secoli dacchè aveva cominciato a òlavorare come traghettatore: su e giù da Burano a Treporti, d`estate e d`inverno, con a nebbia e con il sole, a far forza sul remo.Logorato e stanco del proprio lavoro, diverse volte i suoi passeggeri gli avevano sentito dire che avrebbe fatto qualsiasi cosa per cambiar vita, anche vender l`anima.
Accadde che in una mattina di nebbia, deserta di passeggeri, salisse sul traghetto un uomo compito, vestito tutto di nero e molto elegante che s`accostò al traghettatore e con voce molto cortese disse: "Sono venuto a rammentarla la sua richiesta""Quale?" ribattè perplesso il traghettatore. "Quella di vender l`anima financo al diavolo per di cambiar vita..."







Lì per lì il traghettatore pensò ad uno scherzo di cattivo gusto e inquieto cominciò a negare di aver mai fatto una simile richiesta. L`uomo in nero non battè ciglio, anzi cominciò ad elencare con far molto puntuale e professionale tutti i vantagggi a cui l`uomo sarebbe andato incontro, cambiando vita. Tanto che alla fine, il traghettatore si convinse pensando che se l`uomo in nero fosse stato un cialtrone non sarebbe cambiato nulla, ma se diceva il vero... magari qualcosa sarebbe davvero cambiato e, con quel lavoro, non aveva nulla da perdere. Firmò la pergamena, il contratto che l`uomo in nero gli porgeva.



Di lì a pocho tempo la sua vita cominciò a mutar registro: alcuni piccoli investimenti cominciarono a fruttare, tanto che gli permisero di smettere quel lavoro e rilevare la barca su cui per tanti anni aveva fatto da tragettatore, assumendo un giovane al posto suo. Cambiò professione, comprò dei terreni, cominciò a prestar soldi a tassi d`usura.Divenne ricco e pur, man mano che il tempo scorrev, diventava sempre più solo: perse gli amici, i parenti si allontanarono, disconoscendo in lui l`usuraio che era diventato.



Passarono gli anni, al punto che dimenticò il giorno in cui ebbe firmato il suo diabolico contratto. Contratto di cui mai, comunque, aveva fatto parola con alcuno.



Un giorno il giovane che aveva assunto come traghettatore cadde malato e, così, un po` per nostalgia, un po` per non perder denari, l`uomo si rimise al remo. Era un giorno di inizio autunno. Lavorò fino al tramonto. Quando, giunto a Burano, nella nebbia crescente, stava per smettere il turno, un uomo distinto, vestito di nero, chiese d`esser portato a Treporti.
Il vecchio traghettatore cominciò a remare, mentre la sera nebbiosa e scura stendeva il suo velo sulla laguna. Durante il viaggio non una parola, fu solo a destinazione che il distinto signore sibilò: "Sono venuto a ricordarle una cosa..." tendendogli una vecchia pergamena consunta dal tempo su cui troneggiava la firma sanguigna del vecchio traghettatore.



Il traghettatore non capì subito, ma non ci volle molto quando da sotto i pantaloni eleganti del signore in nero spuntarono gli zoccoli da caprone, e non ebbe che il tempo di fissare gli occhi propri in quelli del diavolo... ma non aveva altra anima da raccomandare che la propria.
Il giorno dopo fu ritrovata, portata alla deriva, la barca vuota: dell`uomo nessuna traccia. Tuttavia una stranezza: sul legno, verso la prua, incise a fuoco sul camminamento le impronte di due zoccoli. Si dice che il pezzo di legno marchiato sia ancora conservato in una chiesa di Venezia... ma la memoria ha smarrito il ricordo di quale essa sia.