martedì, ottobre 03, 2006

Misteri di Venezia...

Una madre salvata dalla figlia

Siamo in una notte di novembre del 1929, ossia in pieno dopoguerra, dalle parti di campo Ruga. Questi luoghi, un po` lontani dai sentieri turistici, si trovano in quel posto che si dice essere la coda del pesce "Venezia", e cioè dalle parti di San Pietro di Castello (non scordiamolo mai: primo duomo veneziano e, attualmente, unico campo in erba rimasto). E proprio dalla riva che entra in calle che va al sottoportico Zurlin (il sottoportico più basso di Venezia) inizia la nostra vicenda.

Quella notte nevicava mentre per la laguna passava una gondola. Al riparo del felze (ossia quella sorta di capottina che mettevano le gondole d`inverno) stava il dottore personale del vescovo, che ritornava a casa dopo aver prestato le sue cure.
All`altezza della riva che conduce alla calle del sottoportico Zurlin, il medico udì una voce: era una ragazza che gridava aiuto avvolta nel suo scialle nero, perchè sua madre stava male. Sorpreso che la ragazza avesse lo riconosciutocome dottore, prese comunque la sua borsa in cuoio e si affrettò a soccorrere la madre della ragazza. Entrò in una delle porte della corte interna e salì le scale. Là trovò una donna, che era stata in tempi andati al servizio presso di lui come domestica, ammalata di polmonite.



Il dottore fece di tutto per quella donna, complimentandosi di avere una figlia così premurosa: se la domanda d`aiuto fosse stata invocata anche la mattina dopo sarebbe stato troppo tardi.
Ma in quel momento la madre strabuzzò gli occhi: "Mia figlia? Ma è morta più di un mese fa!". Il dottore non voleva crederci e si girò, ma non vide più la ragazza. La madre, a prova che quello che diceva era vero, indicò al dottore di aprire l`armadio di fronte al letto per mostrargli le sue scarpe e il suo scialle. Il dottore riconobbe lo scialle nero che aveva visto addosso alla ragazza, che tuttavia, ora, era perfettamente asciutto.

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