lunedì, luglio 02, 2007

Storie di Venezia...


Lo sposalizio col mare

Il giorno dell`Ascensione a maggio a Venezia si celebra la Festa de la Sensa. E` una festa di origini antichissime che celebra il matrimonio di Venezia col mare.Una volta era il Doge che, a bordo del Bucintoro (la barca regale), seguito da un corteo d´imbarcazioni, si portava all´imboccatura di porto del Lido; là il Vescovo di Olivolo (Castello) benediceva le acque marine in segno di pace e gratitudine. Al giorno d´oggi la Festa della Sensa continua a sopravvivere seppur in forma minore. Il Sindaco nel giorno dell´Ascensione raggiunge, a bordo della "BIssona Serenissima" usata nel Corteo della Regata Storica, la bocca di porto di San Nicolò al Lido per lanciare, affiancato dalle barche a remi delle Società di Voga veneziane, la vera d´oro che ancor oggi simboleggia l´eterna unione tra Venezia e il Mare.


La Festa della Sensa commemora due vittorie veneziane, lontane una dall`altra di quasi due secoli: una navale ed una diplomatica, comunque legate tra loro.
La prima risale all`impresa del Doge Pietro Orseolo II , partito il 9 maggio dell`anno 1000 , giorno dell`Ascensione, in aiuto delle popolazioni della Dalmazia minacciate dagli Slavi. Questo è l`inizio del lento cammino intrapreso da Venezia per il dominio del Mare Adriatico, al quale tendeva fin dalle sue origini non tanto per motivi di conquista, quanto per ragioni di vita. L`arresto dell` espansione slava permise alla Repubblica di giungere questo suo obiettivo ed il possesso territoriale diventa ormai superfluo, tanto che le città dalmate danno ormai blandi tributi, regolati secondo le proprie risorse naturali ed economiche.
A ricordo dell`ardua impresa si dà inizio alla celebrazione della Festa della Sensa, limitata alla sola benedizione del Mare: è un rito esclusivamente propiziatorio, dal cerimoniale semplice e modesto.


Quest`ultimo diviene più complesso e sfarzoso quando con la stessa festa si ricorda l`altra vittoria veneziana, quella diplomatica. Siamo ora nell`anno 1177, le due massime autorità europee firmano a Venezia la pace che pone fine alla secolare lotta tra Papato e Impero: mediatore tra Papa Alessandro III e Federico Barbarossa è il doge Sebastiano Ziani.
Il Papa riconoscente ai veneziani, colma la città di doni e consegna al Doge Ziani un anello benedetto pronunciando le parole: " Ricevilo in pegno della sovranità che Voi ed i successori Vostri avrete perpetuamente sul Mare" e, secondo alcuni letterati del tempo, si precisava anche un invito a nozze "... lo sposasse lo Mar si come l`omo sposa la dona per esser so signor" . E così l`iniziale visita al mare e la sua benedizione si trasformano in un atto di investitura e di possesso: ormai il dominio veneziano dell`Adriatico è riconosciuto dalle due massime potenze europee del tempo. Da allora il giorno de la Sensa viene gettata la vera d`oro al mare a sancire lo sposalizio benedetto dal Papa.


Inoltre Papa Alessandro III concesse indulgenze a tutti coloro che avessero visitato la Basilica di San Marco negli otto giorni dopo la Festa della Sensa. Questo fatto portò in citta` una folla da ogni dove, tanto che la Repubblica, con mossa accorta ed intelligente, decise fin dal 1180 di istituire una fiera campionaria dove venivano esposti i prodotti del migliore artigianato locale insieme alle pregiate merci d`Oriente, e proprio per l`importanza economico-sociale che la fiera racchiudeva in sè, si scelse come luogo d`esposizione lo spazio prestigioso di Piazza San Marco. Quando si dice che i veneziani c`hanno il commercio nel sangue!


All’inizio le merci erano esposte in baracche di legno riparate da tende; dal 1307 si decide di chiudere l’esposizione in una specie di recinto del quale si occupa lo stesso Sansovino nel 1534. Nel 1777 il recinto è trasformato dall’architetto Bernardino Maccaruzzi in un grande edificio di legno a forma ellittica, diviso in quattro settori, a doppio porticato: nel porticato interno, al riparo dalle intemperie, le merci più rare e fini, in quello esterno i prodotti dell’artigianato minore. Questa costruzione era ammirata in modo particolare per la praticità del montaggio, scomponibile in tre giorni e ricostruibile in cinque; ma le sue colonne, rivestite di carta e dipinte a simulare il marmo, suggeriscono al popolo questo epigramma: "Archi de legno e colonnami in carta, idee de Roma e povertà de Sparta".

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