mercoledì, dicembre 27, 2006

Misteri e storie di Venezia...

Il merletto di Burano

Viveva a Burano, nella seconda metà del XV secolo, un giovane pescatore di nome Niccolò. Era bello, prestante e dotato di un`innata gentilezza e bontà d`animo, tanto che suscitava in tutti simpatìa e tutte le giovani buranesi in età da marito gli facevano il filo.

Viveva a Burano, sempre in quegli anni, una giovane ragazza di nome Maria. Abile nell`arte del ricamo come tutte le ragazze dell`isola, Maria era nota in tutta Burano per la sua bellezza, il suo buon cuore e le sue maniere educate e gentili. Non c`era ragazzo che non se ne fosse innamorato.

Come era prevedibile Niccolò e Maria s`innamorarono perdutamente l`uno dell`altro e decisero di sposarsi.

Il giorno prima delle nozze Niccolò usci in laguna a pescare. A differenza di come faceva di solito, quel giorno uscì in barca da solo: si sa, il giorno prima delle nozze un uomo ha da pensare... in solitudine.
Era che buttava le reti in mare quando un dolce suono gli giunse. Cessò il suo lavoro e si pose in ascolto: la laguna taceva. Ricominciò ad armeggiare con le reti e pure la musica ricominciò a scivolar sulle onde: era un suono dolcissimo che gli entrava dentro e sembrava che tutto il suo corpo, tutti i suoi organi, vibrassero all`unisono con quella melodìa.
Niccolò si guardò intorno e vide la sua barca circondata da una...due..tre..cinque... sei donne meravigliose e la musica che ascoltava era il loro canto. La sua barca era incappata in un branco di sirene. La malìa del canto era profonda ed intensa, quasi quanto le bellezza di quei volti e l`incanto degli occhi delle sirene. Era come ascoltar col sangue: dentro gli ribolliva e gli si placava quieto, come rinato a nuova vita. Le sirene non dicevan nulla, sol cantavano per lui: la bellezza profonda di quel momento andava ben oltre di quanto un uomo potesse desiderare.

Eppure, pian piano, dal fondo del cuore di Niccolò cominciò a sorgere un`immagine. Un`immagine che lo prendeva ancor più in profondità di quel canto: era il volto della sua Maria. La visione si accompagnava al canto delle sirene, rendendolo ancor più dolce pur mitigandone la malìa e annullandone l`irresistibile forza, e non dava cenno di abbandonare il cuore di Niccolò.
Alla fine le sirene tacquerò improvvisamente: avevano ben capito quel che era successo, ossia d`esser state battute da una donna terrena. Non se la presero a male, anzi! Una di loro s`avvicinò alla barca di Niccolò e gli parlò: "E` talmente raro imbattersi nel potere dell`amore, che quasi avevamo scordato la luce che brilla negli occhi di chi lo vive davvero! Tieni -e gli allungò un involto d`alghe- ti facciamo questo dono e, se la tua bella merita il tuo amore come pensiamo, saprà trarne profitto!"

Niccolò tornò tosto a riva e raccontò tutto a Marìa e il giorno seguente si sposarono felici. Dentro l`involto di alghe Marìa trovò un ricamo etereo e magnifico fatto con la schiuma del mare. Dotandosi di una buona dose di testardaggine e tanta pazienza, per lunghi giorni e lunghe notti, provò a copiare quel capolavoro...finchè ci riuscì!
Nacque così il famoso Merletto di Burano!


Nota Storica:
Il merletto ad ago, che nasce a Venezia nella seconda metà del XV secolo, deriva dal ricamo, in particolare da quei punti che tendono a creare effetti di trasparenza: il punto tagliato, lo sfilato (vengono tolti alcuni fili dalla tela e poi si decorano i vuoti con vari punti), il reticello (il tessuto viene sfilato finché rimangono solo esili coordinate dalle quali si parte per creare i motivi decorativi). Questa tipologia è nota anche come "punto in aria", in quanto viene realizzata interamente con ago e filo, senza alcun supporto tessile.Il merletto ad ago si realizza su un cuscinetto cilindrico (uguale al tombolo dei fuselli) dove viene appoggiato il disegno tenuto sollevato dal murello, un piccolo cilindro di legno; seguendo i profili del disegno si esegue l’ordito (che verrà poi eliminato) sul quale si costruisce, con ago e filo, il merletto.

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